Il Cranio, con tutte le sue componenti cartilaginee e membranose, non si deve considerare un sistema a sè stante. Su di esso convergono le tensioni di origine cervicale ma anche lombo-sacrali visto il legame duramerico (dura madre, cioè il tessuto connettivo denso ed inestensibile che si trova all′interno di tutte le cavità ossee) i quali ci segnalano disturbi sistemici e strutturali.
Le indicazioni al trattamento craniale sono analoghe a quelle che si riscontrano, in generale nella pratica osteopatica, laddove l′alterato allineamento strutturale, associato a una ristretta mobilità articolare e tensione del tessuto legamentoso, crea la possibilità di alterare la cosiddetta ′irrigazione nutritiva′, ossia il flusso arterioso. In ambito craniale ci s′interessa anche dell′alterazione della funzione venosa e, molto importante, di quella del liquido cefalorachidiano.
I test che utilizzano il senso tattile sono raccomandati per determinare i cambiamenti nella fluttuazione liquida.
I traumi diretti sul cranio (cadute, sport da contatto, ecc..), si pensi anche a quelli subiti dal neonato durante la fase di espulsione alla nascita o la mancanza di ritorno elastico delle ossa craniali in un parto cesareo, influenzano negativamente la colonna, oltreché manifestare disturbi legati alla respirazione, alla circolazione del liquido cefalorachidiano, nella perturbazione dei sensi, nelle affezioni dell′occhio, dell′orecchio, del naso e della gola, nei disturbi mentali.
Il trattamento craniale è prezioso per il ripristino dell′interscambio ritmico e bilanciato nei disordini patologici, acuti e cronici, sia sistemici che strutturali.
Anche gli organi o visceri possiedono una loro motilità, cioè un loro movimento intrinseco, aiutati dall′azione del muscolo diaframma e, fra loro, si articolano attraverso membrane sierose, fasce e legamenti. Essi, a causa di patologie e fenomeni infiammatori a cui vanno incontro, possono perdere il loro movimento fisiologico generando, attraverso riflessi viscero-somatici, ripercussioni alla colonna, alle spalle, alle anche. Inversamente, disfunzioni della colonna, per via riflessa somato-viscerale, attraverso il sistema neurovegetativo simpatico e parasimpatico, provocheranno limitazioni viscerali. Tutti i visceri dovrebbero funzionare bene, senza limitazioni, poiché ogni limitazione, fissazione o aderenza a un′altra struttura, non importa quanto piccola, implica un indebolimento dell′organo. La modificazione del movimento che ne consegue, ripetuta migliaia di volte al giorno, può apportare mutamenti significativi sia all′organo stesso che alle strutture collegate.
Con la manipolazione è possibile migliorare la funzione di un organo ristabilendone in una certa misura il movimento caratteristico.
Ricostruendo le vie disfunzionali e le aree metameriche che legano ogni viscere a determinati tratti della colonna e al cranio sarà possibile migliorare la reciproca funzionalità.
Migliorando nel complesso la postura otterremo inoltre un riequilibrio delle pressioni endocavitarie, cioè cranica, toracica, addominale e pelvica riducendo al minimo l′eccessiva compressione sui visceri e su tutto il sistema vascolare.